La notizia giunge all’alba del ventinove marzo. È scomparso Fabio Florio. Un cordoglio unanime e tutti i mezzi di comunicazione si intasano per le manifestazioni di solidarietà ai familiari e il rimpianto per questa grandissima perdita. Fu Presidente dell’Ordine Forense di Catania; un autentico gentleman, portatore di uno stile inimitabile che era forma e sostanza al tempo stesso. Era l’amico di tutti, con un garbo assoluto e altrettanto assoluto amore per la toga. Figlio d’arte, perché il padre Nino fu anch’egli Presidente e si confrontava con tutti i colleghi in modo esemplare e altruistico. Tale padre, tale figlio.
Tuttavia va rammentato che la scomparsa di Fabio, pur nella tristezza del momento, continua ad insegnare, soprattutto ai giovani, cosa occorre fare per indossare la toga con alta dignità. Prepararsi, perché la differenza sta nella qualitá; sapere interloquire senza ostentazioni né superbie con tutti i colleghi e con i giudici che amministrano la giustizia. Ma, soprattutto, proporre ogni giorno, l’esempio del primato della toga quale corollario autentico di quel diritto di difesa sancito dalla nostra Carta Costituzionale. L’onestá personale e professionale, associata allo spirito moderno di valutazione dell’esperienza forense, aiuta a far comprendere che il perimetro di questi valori ha carattere assoluto.
Mai un’ombra, in Fabio, neppure nei difficili momenti della sua carriera e poi della Presidenza dell’Ordine. Il suo sorriso e la modestia del suo fare hanno segnato l’era di quel grande monito che compete a chi esercita la professione: non si ecceda e, soprattutto, si ascolti. Ecco il valore pregnante di chi non è stato solo avvocato, pur rappresentando l’Avvocatura fino ai piú alti livelli istituzionali. Egli fu un uomo esemplare. E ció poiché il praticare l’ascolto é un messaggio collettivo che costituisce la vera forma dell’insegnamento permanente. L’ascolto dei colleghi; l’ascolto di tutti; l’ascolto dei giudici. Con la paritetica dignitosa richiesta di essere ascoltati. L’eleganza di questo modo di interloquire, unita al rispetto per un
vero civile contraddittorio, hanno fatto dell’esistenza di Fabio Florio, una cifra distintiva da considerare e raccomandare ai piú giovani. Ecco perché da oggi in poi Fabio mancherá a moltissimi, familiari per primi, così come purtroppo essi ben sanno.
Ma a questo dolore e al vuoto connesso alla sua dipartita, si risponda con il sussurro dell’impegno, lontano dalle urla, dalle supponenze e dalle piaggerie. Grazie, grande Fabio, per avere insegnato tutto ció con la Tua pratica quotidiana. Maestro di stile, di deontologia, di rapporti amicali scevri da miserie ed interessi. Ti sia lieve la terra del riposo. Quella terra ove noi ancora ci dibattiamo, volendo per sempre rammentare le Tue parole e il Tuo esempio.
Un interminabile abbraccio a tutti i Tuoi cari.
A cura del Direttivo della Camera Penale “Serafino Famá”